San Foca | Porto Pivot
Un porto che porta al cuore della città, nelle infinite pieghe del bel Salento e nel riflesso di un mediterraneo che qui ha saputo amalgamare più “verbi”. Era questo il progetto di “Vittorio Potì”, consigliere regionale oggi al suo terzo mandato, quando circa vent’anni fa, supportato dal suo inesauribile entusiasmo e dalle sue pur ragionevoli e pertinenti valutazioni, cominciò ad immaginare per la marina del suo paese, San Foca di Melendugno (LE), un grande porto, ininterrottamente rigato da traffici e da energie nuove che, come le correnti, mettessero in “moto” il mare e pure la terra. Potì sognava un porto, non solo, capace di fare da ponte con i paesi frontalieri dell’Europa dell’Est, affacciati sul corridoio più limpido del basso Adriatico, ma che pronto a fare da primo accesso, alle fibre più intime della Terra d’Otranto, in un entroterra di storie e di civiltà che, per secoli, sono state regolate dalle correnti. Il porto di San Foca, per tanti anni, anche quando era appena un semplice abbozzo e solo i legni navigavano sul mare, è sempre stato accesso sicuro e dimora accogliente per tutti i pescatori della zona che, nell’acqua avevano piantato la propria radice. Oggi, notevolmente ampliato, è una sorprendente realtà, risultato di un farraginoso percorso cominciato nel ’94 e partito dall’idea, forse troppo ambiziosa ma perseverante, che ha camminato sicura sulle gambe di un uomo. Al suo attivo, ora, centinaia di posti barca, destinati ad aumentare nell’immediato futuro, e una promozione, ardita forse, che ha il sapore eccitante della sfida. Da diversi mesi, infatti grazie alla sua conformazione e ad una serie di potenzialità ancora tutte da valorizzare, San Foca è “Porto Pivot” (pilota) nell’ambito salentino adriatico. E’ stato promosso a questo ruolo dalla Regione Puglia che, con una politica attenta e molto mirata, ha recentemente stanziato una mappatura di riordino del sistema portuale pugliese, al fine di potenziare e riqualificare l’offerta turistica. Lungo il tratto costiero regionale sono stati individuati 7 bacini di utenza, in ognuno di essi un porto di riferimento: Manfredonia, Bisceglie, Bari, Brindisi, San Foca, Gallipoli e Taranto. L’obiettivo del governo regionale è quello di mettere a disposizione finanziamenti tali da superare l’attuale offerta, ancora poco competitiva, di 11.000 posti barca ed arrivare nel 2017 a 15.850. L’ulteriore cospicuo finanziamento assegnato dalla Regione al porto della marina melendugnese, dovrà servire principalmente a creare un’adeguata protezione dal vento di scirocco, in modo da rendere il porto più sicuro e a supportarlo di infrastrutture adeguate che favoriscano un’accoglienza di navigazione diversa da quella di oggi. Pensare ad un porto importante, come sottolinea lo stesso Presidente del Porto “Giuseppe Giurgola”, vuol dire immaginare per San Foca una “House Club” che le consenta di essere in rete con altri porti anche attraverso l’ausilio di piattaforme informatiche che permettano ad una certa utenza, di individuare in anticipo la localizzazione del porto e le sue potenzialità. All’iniziativa ed intrapendenza privata spetterà invece il compito, se non il preciso dovere, di provvedere ad un’offerta sempre più qualificata ed integrata di sevizi, dentro e fuori dal porto, che consentano al turista, appena lasciata la via di mare, di imboccare quella di terra sempre più varia, che lo porti all’incontro dei più interessanti risvolti del territorio.
Tratto da “Sciabiche e Tramagli”Quadrimestrale – Anno I – n°1 – Luglio-Ottobre 2008 Testi di Annalisa Montinaro – Foto di Oreste Ferriero